Il colore giallo oro non fa altro che incastonarsi nelle tradizionali sfumature della natura siciliana: il sole e i riflessi dorati che questa terra offre ai suoi visitatori. A questo punto i potenziali turisti, che hanno rimandato magari il loro viaggio in Sicilia, non hanno più alcuna scusante!

Lo stretto di Messina con i suoi traghetti e arancini attende fiducioso folle oceaniche, preferibilmente golose. In ogni caso o con il traghetto o con l’aereo, o con ogni altro mezzo di trasporto, l’Arancino d’oro è sempre pronto e accogliente, con il suo croccante e saporito impasto genuino, moderno e antico nello stesso tempo. E chissà forse pure Ulisse e il buon Polifemo… oggi sarebbero d’accordo sulla bontà dell’Arancino d’oro!  Buona… Sicilia e buon ARANCINO a tutti!

 

 Chi, dopo aver superato le insidie della Salerno-Reggio Calabria, decidesse di visitare la Sicilia, quasi sicuramente sarebbe obbligato a provare l’ebbrezza del famoso traghetto, per attraversare lo stretto di Messina.

 Il famoso  Stretto  un tempo fu attraversato dai greci e da tutte le civiltà antiche che si rispettino, compreso il famoso eroe Ulisse.  Ma che relazione può esserci fra lo stretto di Messina e il nostro amato ARANCINO? Mentre il traghetto compie il suo caratteristico percorso, dalla Calabria alla Sicilia e viceversa, un’esperienza inevitabile attende  il viaggiatore: quella gastronomica, e cioè il breve ma appagante ristoro nel salone della nave.

 

E in quel contesto, fra l’immancabile caffè, cappuccino e cornetto; in mezzo ad una selva di mani protese; fra un pago io e un no… pago io, appare in tutto il suo splendore L’ARANCINO: un mucchietto di riso bollito, con forma generalmente ovale, ma anche tondeggiante, impanato e fritto. Il ripieno, una volta limitato al ragù o al burro, può spaziare dalla nutella ai fagioli, dal pesto agli spinaci e, in definitiva, ad una varietà enorme di intrecci gustosi.

Non sappiamo certo se… Ulisse fosse già a conoscenza dell’arancino… ma sicuramente gli arabi hanno avuto, insieme a quasi tutte le civiltà antiche, un’influenza enorme nello sviluppo della cultura culinaria siciliana. E sembra che gli arancini possano essere ricondotti proprio agli Arabi, che erano soliti mangiare riso e zafferano, condito con erbe e carne, e li portavano nei loro viaggi. Invece,  l'invenzione della panatura viene spesso fatta risalire alla corte di Federico II:  la panatura croccante procurava un'ottima conservazione del riso e del condimento, e anche una migliore trasportabilità, durante le battute di caccia, per esempio.

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